Correva l’anno 1693 quando un violentissimo terremoto, fra i più violenti mai visti prima, distrusse quasi metà della Sicilia, all’epoca sotto il dominio spagnolo. A Noto, Catania, Siracusa, Ragusa, Modica e Scicli centinaia di migliaia di persone persero la vita sotto il peso di palazzi, chiese e monasteri rasi al suolo. Trascorsero circa dieci anni prima che la popolazione di quei luoghi riuscì a risollevarsi e decidere di ricostruire ciò che la terra aveva distrutto. E si rialzò in piedi questa terra martoriata, risorgendo più bella di prima, una terra barocca in lava nera. Ma la ricostruzione, si sa, porta sempre dietro intrighi e politica.
Fu così che Antonio Basile, delegato del demanio di Messina al parlamento regionale, si mosse alla volta delle zone del Val di Noto, ingegnando stratagemmi e loschi affari, osteggiato dal collega deputato Don Alejandro Caribas e le sue amicizie influenti di religiosi e Viceré. Nel frattempo, sua moglie Cornelia Alliata dedica la sua vita alle opere caritatevoli, Suor Egle lotta per ottenere fondi e ricostruire monasteri e conventi più belli di com’erano.