Montalbano Elicona
Proclamato Il Borgo dei Borghi d’Italia 2015 e situato a 907 metri s.l.m., a Montalbano Elicona si rivive lo spirito medievale durante le Feste Aragonesi ad Agosto. I vicoli vengono animati dalla vita di corte con la Cavalcata medievale oppure il Palio dei Quartieri. Il Castello svevo-aragonese svetta sulle case sottostanti, costruite in pietra arenaria, abitazioni di importanti famiglie del luogo nel ‘600, con i portali ed i balconi a pancia sorretti da mensole e tipici mascheroni barocchi. Il castello è posto su un poggio sul quale già erano sorti presidi difensivi bizantini ed arabi e, poi, una fortezza normanno –sveva.
Due importanti sovrani hanno scritto la storia di Montalbano Elicona e del suo Castello: Federico II di Svevia, lo stupor mundi, e Federico III Re di Sicilia. Quest’ultimo, chiamato anche Federico II d’Aragona, amò tanto questo borgo per la sua aria salubre e per le sue acque dal potere curativo, che trasformò il castello in regiae aedes. La storia coinvolgente di Alnaldo de Villanova, il medico di fiducia e consigliere del sovrano aragonese, incuriosisce il visitatore che può vedere il sarcofago in pietra con i resti dell’uomo all’interno della Cappella Bizantina dello stesso Castello. Inoltre, questo edificio storico ospita due musei didattici con tematiche contrastanti: le armi bianche medievali e gli strumenti musicali a corda. Oggetti interessanti, realizzati da maestranze locali. Attraversando i vicoli dal Castello si arriva facilmente a piedi ad altri due monumenti del borgo, un tempo all’interno delle mura: la Basilica minore di Santa Maria Assunta e la Chiesa di S. Caterina.
Entrambe conservano opere significative, in quanto realizzate dai Gagini, padre e figlio, maestri del marmo. La chiesa di Santa Caterina, datata 1310, deve il nome alla statua in marmo opera di Antonio Gagini e raffigurante la Santa con il simbolo del suo martirio. Nella basilica, invece, nella cappella di San Nicola, si trova una scultura di Giacomo Gagini, datata 1587 e raffigurante il Santo, patrono del borgo.
L’etimologia di Montalbano Elicona ricorda il sostantivo greco helicon e quindi “tortuoso” come l’andamento del fiume Elicona, ma anche mons albus, per le vette innevate che arrivano fino a 1200 metri s.l.m. come quelle dell’ Argimusco, l’altopiano dalle grandi propaggini. Questo luogo suggestivo è raggiungibile percorrendo la strada delle tholoi. Diverse formazioni rocciose calcaree, modellate dal vento e dalla pioggia, suscitano alcune interpretazioni: l’Orante con le mani giunte, il menhir simbolo di fertilità e l’Aquila, il rapace che accompagna i defunti nell’aldilà con il becco rivolto verso Sud-Est, riportano i visitatori in un tempo lontano. L’ Argimusco costituisce l’unico esempio di sito megalitico in Sicilia. Secondo lo tradizione, nel passato, questo luogo ebbe la funzione di antico osservatorio astronomico e di luogo sacro.